A molti sarà capitato di avere una percezione del tempo spesso diversa da quella che indicano le classiche lancette di un orologio. Per esempio, in alcuni casi sembra che un viaggio di ritorno in auto duri molto meno rispetto a quello di andata. La spiegazione arriva da una ricerca condotta dall’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, dalla University of Western Australia e dall’Università di Firenze e dal CNR di Pisa. La ricerca evidenzia come il nostro cervello non fa riferimento ad un singolo orologio, bensì a molteplici orologio regolati in modo diverso a seconda di cosa osserviamo. Insomma, un po’ come avviene per l’olfatto che si adatta a forti odori, per gli occhi che si adattano a un’illuminazione elevata o per il nostro udito che si adatta a rumori elevati. Per esempio, osservando un oggetto costantemente lampeggiare, ad un certo punto ci sembrerà che il lampeggio sia sempre più veloce, nonostante questi lampeggi sempre in modo regolare.Basterà distogliere l’attenzione dal lampeggiatore, per poi fissarlo nuovamente, perché l’illusione scompaia. L’esperimento è stato condotto facendo osservare a diverse persone delle barre di colore bianco e di colore nero scorrere all’interno di una finestrella circolare. All’osservatore, dopo pochi secondo, è stato quindi chiesto per quanto tempo un’altra figura rimanesse nella stessa posizione nella finestra. Ne è emerso che l’osservatore dichiarava che dopo che la barra appariva e scompariva più volte nella stessa posizione il tempo intercorso nella proiezione della nuova immagine fosse sempre più breve. Cosa, ovviamente, non veritiera.
Nel cervello esistono tanti orologi, ognuno per un determinato evento
21/03/20070
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